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La sorgente
Oltre cento anni di storia.                                                                                                                                                                                     

Le risorse idriche nel Piceno dalla costituzione
del Consorzio Idrico Intercomunale del Piceno alla CIIP spa.

La necessità di fornire una risposta al bisogno idrico ed il susseguirsi delle vicende storiche e legislative hanno portato la gestione idrica del Piceno a evolversi continuamente in un arco di tempo che inizia oltre un secolo fa.

Gli albori ... l'acquedotto "Pescara di Arquata"

Il 14 Agosto 1896 viene inaugurato l'acquedotto di Fermo denominato "Acquedotto Monte Polesio o Acquedotto consortile dell'Ascensione che risolve con efficacia le esigenze della popolazione del Fermano.
Agli inizi del 1900 la situazione degli acquedotti della Provincia di Ascoli Piceno è molto frammentata.
Ogni comune tenta di porre rimedio al problema idrico attraverso la costruzione di acquedotti locali.
A fronte di una spesa molto elevata non si riesce tuttavia a risolvere il problema e la crisi idrica torna a manifestarsi in tutta la sua evidenza.
Il mutare delle abitudini della popolazione associato allo sviluppo economico porta all'incremento del fabbisogno idrico.
Così già nel 1918 si individuano nelle sorgenti di alta quota di Pescara e di Capodacqua di Arquata le fonti da sfruttare per la soluzione del problema.

L'Ing. Eusebio Cruciani è il primo ad interessarsene ipotizzando uno schema acquedottistico ed un primo preventivo di larga massima dell'opera da realizzare per la captazione delle sorgenti.
Nel 1923 l'Ing. Cruciani inoltra domanda al Ministero dei Lavori Pubblici per sapere se le acque delle sorgenti Pescara e Capodacqua fossero demaniali.
Nel settembre del 1927 l'Ing. Cruciani presenta domanda al Ministero dei Lavori Pubblici per derivare 160 lt./sec. dalle citate sorgenti incluse nel frattempo nell'elenco delle acque pubbliche.
In allegato un preventivo di spesa di circa 33 milioni per la realizzazione di un acquedotto che avrebbe dovuto servire 15 Comuni della Provincia Ascolana ed 11 della Provincia di Teramo.

Nello stesso anno, il Comune di Ascoli Piceno di fronte all'aggravarsi della crisi idrica, per il tramite dell'allora Podestà Francesco Merli prende l'iniziativa per la costituzione di un Consorzio Comunale tra i Comuni della Vallata del Tronto al fine di portare a soluzione la secolare crisi idrica.
Il 21 Giugno 1929 viene costituito il Consorzio per l'Acquedotto Pescara d'Arquata "Luigi Razza" cui aderiscono i comuni di: Acquasanta Terme, Acquaviva Picena, Appignano del Tronto, Arquata del Tronto, Ascoli Piceno, Castel di Lama, Castorano, Colli del Tronto, Folignano, Monteprandone, Monsampolo del Tronto, Offida, Spinetoli, San Benedetto del Tronto, Folignano e Venarotta. L'acquedotto ha una dotazione idrica di 200 lt/secondo.
Il 12 Luglio 1933 anche il comune di Grottammare aderisce volontariamente al Consorzio per l'acquedotto Pescara di Arquata.
Il 17 febbraio 1951 si aggregano altri 22 comuni: Belmonte Piceno, Cossignano, Cupra marittima, Fermo, Grottazzolina, Monsampietro Morico, Montalto delle Marche, Montedinove, Montegiberto, Montelparo, Monterinaldo, Monterubbiano, Monte Vidon Combatte, Montottone, Moresco, Ortezzano, Petritoli, Ponzano di Fermo, Ripatransone, Santa Vittoria in Matenano, Servigliano, Porto San Giorgio.
Il 31 marzo 1952 aderiscono i comuni di Roccafluvione, Castignano, Pedaso, Lapedona, Altidona ed il 29 settembre dello stesso anno anche il comune di Carassai. La fine degli eventi bellici e l'avvento della Repubblica portarono alla trasformazione del nome in Consorzio per l'Acquedotto Pescara d'Arquata. In questi anni il consorzio crebbe sensibilmente, passando dagli iniziali 15 comuni a 44 e la dotazione idrica a 450 lt/secondo.

Acquedotto di Pescara di Arquata del Tronto                                                    

Questa pietra posta sulla facciata esterna del Palazzo dell'Arengo di Ascoli Piceno, ricorda l'inaugurazione dell'acquedotto di Pescara di Arquata del Tronto.
Il 16 Ottobre 1955 viene inaugurato dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi il tronco Dellìacquedotto sorgenti Pescara d'Arquata - Ascoli Piceno.
Il 21 Agosto 1956 c'è l'aggregazione anche del comune di Rotella.

L'Acquedotto dei "Monti Sibillini"
(1955 - 1993)

Già al termine dell'opera si pose con forza la questione di una gestione unitaria per la manutenzione dell'acquedotto e per la realizzazione dei serbatoi di distribuzione e delle reti idriche a servizio dei comuni consorziati.
Tutto ciò nell'ottica di uno schema idrico unitario ai fini del potenziamento delle reti di distribuzione e delle eventuali nuove opere di captazione, necessari in vista dell'accrescersi del fabbisogno idrico della zona.
A tale scopo veniva costituito con Decreto Prefettizio del 6 febbraio 1960 il consorzio obbligatorio denominato "Consorzio Idrico Intercomunale del Piceno" comprendente 45 Comuni della Provincia di Ascoli Piceno con l'obbiettivo specifico, come recitava testualmente lo Statuto, di provvedere:
a) alla captazione di sorgive ed alla costruzione di condotte adduttrici e relative diramazioni sino ai serbatoi di distribuzione dell'acquedotto denominato "Pescara di Arquata";
b) alla sistemazione di tutti gli altri acquedotti esistenti nel comprensorio dei comuni consorziati, per renderli rispondenti ai bisogni della popolazione urbana e rurale;
c) alla costruzione ed al completamento delle reti di distribuzione urbane e rurali nel territorio dei comuni consorziati;
d) alle altre opere igieniche che si riconoscono indispensabili in connessione con la costruzione e l'esercizio degli acquedotti e delle reti di distribuzione, e in particolar modo alla costruzione alla manutenzione ed esercizio delle reti ed impianti ai fognature nei comuni serviti dall'Acquedotto;
e) alla manutenzione ed esercizio degli acquedotti e reti di distribuzione e delle opere connesse.
f) a provocare in sede di Piani Regolatori il coordinamento delle varie opere con le esigenze della costruzione e del funzionamento degli acquedotti e delle reti di distribuzione."

Il 9 giugno1964 aderiva al Consorzio Idrico Intercomunale del Piceno anche il Comune di Monteleone di Fermo.
Una volta definito l'assetto territoriale da servire, la CIIP nel 1967 varava il primo provvedimento di un lungo iter per la realizzazione di una seconda grande opera di captazione adduzione e distribuzione idrica allo scopo di sanare definitivamente la crisi idrica dei principali centri e nelle zone costiere del comprensorio.
Infatti la pur grande captazione del gruppo sorgentizio Capodacqua Pescara d'Arquata risultava insufficiente a garantire il crescente fabbisogno di risorse, le cui cause venivano così succintamente evidenziate nel deliberato n. 164 del Consiglio di Amministrazione del 05/06/67:


L'acquedotto consorziale "Pescara d'Arquata" che provvede all'approvvigionamento idrico di 46 Comuni della Provincia di Ascoli Piceno, progettato per un fabbisogno previsto al 1992 di litri/secondo 450, è divenuto già insufficiente rispetto ai consumi attuali specialmente nei centri di Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto, Fermo e Porto S.Giorgio i quali contano una popolazione di 125.000 abitanti sui 250.000 dell'intero comprensorio consortile".
L'insufficienza è stata determinata soprattutto dalle sotto elencate cause:
1. dalle scarse dotazioni giornaliere per abitante concesse all'epoca della progettazione pari a litri/giorno 150 per abitante per i centri urbani maggiori, litri/giorno 100 per abitante per i centri urbani minori e litri/giorno 50 per abitante per la popolazione rurale, dotazioni molto inferiori a quelle reali;
2. dal rapido sviluppo urbanistico dei maggiori centri di Ascoli Piceno , San Benedetto del Tronto, Fermo e Porto S. Giorgio;
3. dal continuo spostamento della popolazione dalle località di montagna e collina verso quelle di pianura;
4. dall'levato incremento turistico dei centri costieri; dal costante aumento del numero di utenze e dei consumi in rapporto al progreso economico sociale delle popolazioni.
L'attuale situazione poneva inoltre la necessità inderogabile di provvedere al potenziamento dell'acquedotto per risolvere le carenze idriche sanitarie dell'intero comprensorio manifestatesi con maggiore gravità nei centri di Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto, Fermo e Porto S. Giorgio per evitare insostenibili disagi alla popolazione e notevoli danni alla economia turistica.
Per questo motivo nel 1982 veniva messo in opera l'Acquedotto dei Sibillini dando così una decisiva svolta alla gravissima crisi idrica, sia in termini di quantità che di qualità interessando l'intero comprensorio ed in particolare la fascia costiera.
Nel 1993 la legge 142/1990 sull'ordinamento delle province e dei comuni, nonché la generale trasformazione della Pubblica Amministrazione portarono al mutamento del Consorzio Idrico Intercomunale del Piceno in consorzio - azienda con il duplice fine di dare efficacia, efficienza ed economicità ai servizi offerti alle realtà sociali.

Gli anni 1994-2005
1994
La legge 36/1994 (c.d. Legge Galli) ha introdotto una disciplina molto innovativa per il settore idrico prevedendo, tra l'altro, la riorganizzazione dei servizi idrici in un unico gestore, che deve curare l'intero ciclo delle acque per ciascun Ambito Territoriale Ottimale (ATO), individuati dalla regione. La Regione Marche con la legge 18/1998 individua 5 ATO all'interno del suo territorio.
1999
Il 31 Luglio si è assistito all'adesione di altri 4 comuni: Campofilone, Maltignano, Massignano, Montefiore.
2003
Il Consorzio Idrico Intercomunale del Piceno è passato da ente pubblico economico consortile a società per azioni a totale capitale pubblico, cambiando denominazione in CIIP - Cicli Integrati Impianti Primari spa. Con la trasformazione in società per azioni, si è voluto dare un segnale di ottimizzazione e di rinnovamento dell'organizzazione, per offrire un miglior servizio al cittadino-cliente e proporsi così come ente gestore del proprio ATO di appartenenza.
2004
Dal 1° gennaio l'azienda ha acuisito anche i servizi relativi a fognature e depurazione diventando gestore del Servizio Idrico Integrato. La società programma un nuovo livello delle relazioni pubbliche e ridefinisce il proprio nome pubblico, CIIP poliservizi. Il nuovo logo aziendale è il primo e più evidente effetto dell'evoluzione dell'azienda.
2006
Il 29 Giugno, presso lo Studio del Notaio Dott. Francesca Filauri, i Presidenti della CIIP Spa, Dott. Paolo Nigrotti e della Vettore Spa, Rag. Luisa Baldoncini, hanno siglato l'atto di fusione per incorporazione della Vettore Servizi Ambientali Spa nella CIIP-Cicli Integrati Impianti Primari - spa, in esecuzione delle deliberazioni assunte dalle Assemblee dei Soci delle due Aziende rispettivamente in data 20/04/05 e 21/04/05: nasce il Gestore Unico del Servizio Idrico Integrato dell'ATO n.5 Marche Sud.

Da qui le versioni aggiornate del logo aziendale:

Il 28 giugno la CIIP spa entra a far parte del gruppo delle aziende del servizio Idrico Integrato certificate UNI-EN-ISO 9001:2000 e UNI-EN ISO 14001:2004.


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