Vai ai contenuti
La chiesa di Santa Croce
La chiesa parrocchiale di Pescara del Tronto è dedicata alla Croce e fu edificata nella zona più alta del borgo dopo il 313 d.C., anno in cui l'imperatore Costantino concesse la libertà di culto.
La ragione della dedicazione alla Croce nasce poiché, al suo interno, è custodita una piccola reliquia riportata da uno sconosciuto abitante che partecipò alle Crociate e, tornato in patria, volle dare il nome "della Croce" alla chiesa già esistente. L'edificio religioso mostra un'architettura di essenziale semplicità. La sua facciata esterna, rifinita ad intonaco, è preceduta da una scala e da un piccolo spazio antistante. Il prospetto si mostra aperto dalla porta d'accesso e da una finestra vetrata posta sotto la sommità dello spiovente del tetto. Sulla parete esterna, a destra dell'ingresso, vi sono collocate due lapidi che recano incisi i nomi dei pescaresi caduti nel primo e nel secondo conflitto mondiale.
Natale 2008
Lungo il fianco di sinistra si eleva la torre campanaria realizzata in conci di pietra, a base quadrata e cuspidata all'estremità, che accoglie le campane  ed un orologio.

L'invaso interno è costituito da un unico ambiente a pianta rettangolare. Addossate alle pareti longitudinali si trovano colonne, a base quadrata, erette utilizzando conci squadrati di pietra locale. Nelle porzioni degli intercolumni si aprono nicchie dove si trovano collocate statue di santi.

Alla destra dell'altare maggiore, nella zona del transetto, rialzato da pochi gradini rispetto al piano di calpestio dell'interno, c'è l'affresco dedicato alla Madonna del Soccorso, eseguito con la tecnica della pittura su intonaco, recentemente restaurato.

Il tema del dipinto illustra il racconto del miracolo che la Vergine ha benevolmente concesso agli abitanti del paese.
La tradizione narra che la Madonna, a seguito delle invocazioni dei pescaresi, abbia fermato il distacco di una frana dalla montagna che sovrasta il borgo. Un periodo di lunghe ed incessanti piogge avrebbe creato il pericolo del cedimento e la conseguente caduta della terra e della roccia avrebbe distrutto il paese.

La mano di un pittore sconosciuto dipinse questo miracolo raffigurando la Madonna del Soccorso con in braccio il Bambino, che giganteggia nella centralità della rappresentazione, mentre accoglie sotto il suo manto aperto gli abitanti, ritraendo da una parte gli uomini e dall'altra le donne.

Verso il 1400 fu eretto un muro intorno all'affresco e, in epoca successiva, verso il 1600, fu costruita una piccola chiesa larga 6 passi e lunga 13, chiamata Oratorio, intitolata, appunto, alla Madonna del Soccorso.

Nel periodo compreso tra il XVI ed il XVII secolo la chiesa fu utilizzata anche come cimitero destinando la zona sottostante della pavimentazione alla sepoltura dei cadaveri. Questi erano calati in apposite buche predestinate ad accogliere separatamente: maschi, femmine, bambini e forestieri. Con cadenza quinquennale avveniva il cosiddetto spurgo. Le ossa dei defunti riesumati, chiuse all'interno di sacchi, erano nuovamente inumate nello spazio antistante alla chiesa.

Alcune famiglie, invece, godevano il privilegio di essere sepolte nella chiesa dell'Oratorio. Negli anni tra il 1853 ed il 1854 si verificò il diffondersi un'epidemia e l'elevato numero dei cadaveri impose la necessità di trovare un posto lontano dal centro abitato per le sepolture. Questo luogo fu individuato nella località Cimetta di Vento, poggio che si trova poco fuori dal paese, dove nell'anno 1889 fu costruito il cimitero ancora oggi esistente.
Torna ai contenuti