Vai ai contenuti
Le filastrocche
Senza titolo
Ballatori a li Pretare
Calze mozze a Piedilama
Poche case alla Cammartina
A lu Burghe li 'mbriache
In Arquata 'i scellerate
Scrozzacastagne i Trisungà
Riccingule i Faetà
Rubbacavalli 'i Spelungà
Magnapere i Collacchià
Zampestorte i Vezzanesi
e foricavicchia i Pescaresi
C'era una volta un re seduto sul sofà che disse alla sua serva, raccontami una storia e la storia incominciò…

Le origini della Filastrocca.

La parola filastrocca deriva dal termine popolare toscano filastroccola. Si comprendono sotto questo nome canzonette e formule cadenzate recitate dai fanciulli o dagli  adulti per divertire i bambini. Sono ordinariamente un'accozzaglia di sillabe, di parole, di frasi, che talvolta riproducono indefinitamente lo stesso motivo. Prevalgono nelle filastrocche i metri brevi, su ritmo celere conforme all'allegria predominante  nei giochi infantili.

Se conosci "Filastrocche" in dialetto Pescarese, mandale con un messaggio sul nostro sito, o sul facebook.

PS: se trovi degli errori, segnalaceli.
Filastrocca Pescarese

A proposito di primavera vi ricordate la vecchia filastrocca: Fori febbra che Marzo vo n' tra e duma' rive' papa ma riporta nu callnacc me gli sbatte sul la faccia!!!! Finale tragicomico no!!!
Allora nei bei tempi andati i nostri nonni andavano a Roma a svernare perche' in campagna neve e freddo impedivano i lavori e per le bestie, pecore prevalentemente, non c'era erba , venivano percio' portate a piedi verso i pascoli romani, e i primi di Marzo ritornavano a casa ed era una grande festa.
Il gallinaccio sarebbe un tacchino, probabilmente presente nei luoghi dove svernavano. Negli anni successivi a chi andava via dal paese per andare a Roma gli si diceva: ma che vai a Roma a puli lu nnes a li callinacc.
Scritto da me, dettato da mia madre. (Inviata da Orella)


Comari a mazzetto

Un’usanza semplice di cui ho sentito più volte raccontare dalle anziane compaesane di Pescara definita della “comare a mazzetto”. Un simpatico rituale, non più in uso nel paese, che consentiva a due amiche di appellarsi con il titolo di comare senza che fossero intercorse tra loro cerimonie di battesimo o cresima che riconducessero una delle due alla figura della madrina.
Lo scopo di questo costume era creare il rapporto di “comaranza” al fine di consolidare stretti rapporti di amicizia. Era praticato solo tra ragazze o giovani donne mediante lo scambio di piccoli mazzetti di fiori, raccolti in campagna, confezionati e abbelliti da nastrini e passamaneria.
Il giorno stabilito per il rituale era quello della ricorrenza calendariale del 23 giugno in cui la chiesa cattolica festeggia San Giovanni, ricordato anche come patrono dell’amicizia.
Il mazzetto era mandato da una ragazza all’altra che lo ricambiava con le stesse caratteristiche il giorno della ricorrenza di San Pietro. Una volta scambiati i mazzetti le due giovani potevano chiamarsi comari. (Inviata da Sandra)


Filastrocca di Pescara

Metti l'acqua alla fontana, metti brezza della sera tra le nuvole di primavera, cala il sole sulle brighe in un cielo di stelle e bighe, scorre il Tronto lento lento sono poche trote nel torrente, scorre il Tronto brontola piano da lu Trunt a Vezzano, intanto suona la campana da saldora alla lama, gli rintocca il campanone fin dentro il cavone, Pescaresi che restate di aria fresca vi inebriate, noi Pescaresi di lontano vi pensiamo e vi invidiamo, filastrocca ingarbugliata di vocaboli intrecciata, scritta e letta a cuor leggero come il passero sul melo, filastrocca di paese piccola e lieve come neve, come neve a fiocchi lenti sopra i monti in tanti inverni, tanti inverni ormai lontani da rimpiager piano piano in un mondo fosco e losco di tv e macchine a piu' non posso, da cui vorresti fuggir lontano e tornare col postale, ma non c'e e' gia' passato, come il tempo, a piedi ci ha lasciato, ci rimane la settimana che di solito e' ferragostana!!!!!!!!!!!!! (Inviata da Eidi)

Torna ai contenuti